Nina a Solliccianino
Il cane in carcere
Una labrador bionda attira molto l’attenzione delle persone; tutti vogliono toccarla ma lei non lo gradisce, Elisa ed io eravamo pronte a evitarlo. Nella sala del corso abbiamo creato un suo spazio appartato con l’acqua, la sua copertina e alcuni giochi. Siamo rimaste vicino a lei ma lasciandola libera di decidere cosa fare: se andare a salutare o ignorare tutti. Dopo aver scaricato sul suo gioco il suo nervosismo è andata non proprio a salutare, ma a guardare la situazione più da vicino.
I ragazzi sono stati molto bravi, non invadenti, dimostrando sensibilità e comprensione del disagio. Soprattutto hanno dimostrato di aver appreso molto dal percorso che stanno facendo con l’aiuto di Marta, Irene ed Elisa e il cane di turno. Ancora più bravi nello spazio esterno dove, grazie alle spiegazioni di Marta sui comportamenti di Nina, hanno saputo interagire e giocare con lei rispettando i suoi tempi. Lei dopo i primi momenti si è tranquillizzata e rilassata, complice il gioco che ha condiviso con dei perfetti sconosciuti, mentre io cercavo di non lasciarla mai sola.
Sono stata molto contenta di questa esperienza: per me perché ho visto che spesso basta poco per aiutare chi è in difficoltà. Per Nina: perché ho visto una nuova capacità nell’affrontare situazioni per lei solitamente difficili e voglio credere che questo sia il risultato del lavoro che stiamo facendo insieme, di un aumento della sua autostima e di fiducia in noi, della comprensione che per lei ora noi ci siamo sempre.
Olivia Giordano