Il magico mondo del gatto
La relazione tra gatto e uomo
Ogni gatto ha la propria individualità e ogni relazione gatto-proprietario ha caratteristiche uniche. Ci sono però dei punti importanti che vorrei ricordare, per aiutare i proprietari di gatti o chi ha a che fare con loro (volontari, operatori di gattile, cat sitter) a interagire al meglio con il piccolo felino.
Il gatto preferisce interazioni con l’uomo, così come con i suoi simili, a bassa intensità e quando è rilassato. Ci sono gatti più espansivi, che cercano il contatto fisico in modo evidente, altri molto più riservati. In ogni caso, è bene entrare in contatto con l’animale senza forzature, aspettare che sia lui ad avvicinarsi quando lo riterrà opportuno. Per il gatto stare accoccolati vicino a noi sul divano o stare nella stessa stanza dove stiamo lavorando è già manifestazione di fiducia, di attaccamento, di socialità. I contatti fisici saranno all’insegna della delicatezza: carezze leggere e grattini!
Per entrare in relazione con il gatto possiamo giocare con lui attraverso oggetti, in commercio ve ne sono tantissimi ma spesso basta ciò che abbiamo a casa: palline di carta o di carta stagnola, un bastoncino con attaccata una cordicella e delle piume, nastri da pacco regalo da trascinare. Andremo così a stimolare la motivazione di caccia del gatto.
Una cosa che spesso i proprietari di gatti mi dicono è che il proprio micio cerca le carezze ma poi ad un certo punto si allontana o si “ribella”; questo è considerato dalle persone come un comportamento molto strano, incomprensibile. Escluso che ci siano problemi fisici che fanno stare male il gatto, escluse paure e problematiche profonde di relazione, questo in realtà non è un comportamento così strano. Proprio perché il gatto preferisce un contatto delicato, ha un proprio limite di tolleranza alle manipolazioni – diverso da individuo ad individuo – sta al proprietario comprenderlo, leggere i suoi segnali e fermarsi prima che il gatto si infastidisca.
Inoltre, ricordiamo che è meglio non toccare, accarezzare, prendere in braccio un gatto, soprattutto se non lo conosciamo, nell’intento di calmarlo o per “abituarlo all’uomo”. Anche in questo caso è meglio rispettare i suoi tempi e procedere con gradualità.
Infine, sfatiamo un mito: il gatto che si rotola sulla schiena, vuole le carezze sulla pancia? Non sempre: il fatto di esporre una parte delicata come il ventre significa che probabilmente il gatto si sente tranquillo e a suo agio con noi, ma non vuole necessariamente dire “toccami!”.
Eva Ricci
Biologa formata in comportamento animale e relazione uomo-animale